“Noi sentiamo che soltanto coloro che sono versati negli studi possono comprendere qual cosa grande sia la Chiesa romana…e che agli insegnamenti dei dotti si aggiunga la conferma della grandiosità degli edifici, di monumenti in qualche guisa perpetui, testimonianze che sembrino quasi opera dello stesso Dio”. Parole pronunciate da Niccolo V nel 1455 sul letto di morte ai cardinali con cui lucidamente prefigurava l’alleanza tra la Chiesa e le Arti e il primato culturale di Roma moderna. “Magnificenze Vaticane” a Palazzo Incontro è la seconda puntata del percorso, partito l’anno scorso con le celebrazioni per i cinquecento anni della posa della prima pietra della nuova basilica al Braccio di Carlo Magno, per illustrare un’altra fase delle committenze papali e dell’impegno della Fabbrica di san Pietro creata da Giulio II nel 1506. Il papa artefice della “Renovatio Urbis” con il contributo di Bramante, Michelangelo e Raffaello vedeva in questa istituzione uno strumento fondamentale per seguire le fasi del cantiere del nuovo edificio in costruzione e poi per garantirne la manutenzione ordinaria e straordinaria. Il grande rotolo di “Damasco” utilizzato per ricoprire le lesene e i pilastri della Basilica durante la canonizzazione di S.Francesco di Sales di Bernini, annuncia grandiosamente la mostra in via dei Prefetti inaugurata ieri dal Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale e Presidente della Fabbrica di San Pietro, curata da Alfredo Maria Pergolizzi e promossa dalla Provincia e dal Centro Europeo per il Turismo.(ingresso libero) Più di un centinaio di capolavori conservati nei depositi della Fabbrica dal ‘400 al ‘900 che decoravano la Chiesa Costantiniana offrono un’inedita testimonianza delle committenze papali e dell’impegno dell’istituzione vaticana verso l’edificio centro della cristianità. La scena si apre con i modelli in legno di Filippo Juvarra per il concorso per la nuova sagrestia e quelli per la facciata di S.Giovanni in Laterano. Da scoprire poi per le sale la serie dei candelabri e il crocefisso di Bernini, i 4 evangelisti di Mino da Fiesole e Giovanni Dalmata, i gessi di Messina per il monumento a Pio XII, i cartoni a olio e tempera per i mosaici e lettere, fogli con autografi di Cellini, Michelangelo, Maderno.. TORNA AGLI ARTICOLI