Dorotheum, colosso internazionale delle vendite all’asta con il suo team di esperti e consulenti e con tutti i servizi per assistere i clienti, da oggi apre con una selezione di dipinti, la sua seconda sede in Italia, dopo Milano, a Palazzo Colonna, in piazza S.S. Apostoli. Alcuni saloni della residenza sono stati scelti dalla celebre casa d’asta austriaca, fondata nel 1707 da Giuseppe I, per accogliere tutti i novizi e appassionati che non vogliono rinunciare a esercitare le proprie capacità di scopritori e di compratori e di indulgere nella passione del collezionista: la ricerca e il possesso di un’opera d’arte. Nel nuovo tempio dell’arte saranno esposte per due giorni una cinquantina di capolavori che saranno poi messi all’incanto a Vienna il 31 marzo al Palais Dorotheum, dove dal 1901 è ospitata la casa madre, e che prende nome dal Convento degli Agostiniani situato in Dorotheergasse a Vienna.
In un momento di crisi e recessione, l’arte è considerata molti un buon investimento ed ecco che vecchi e nuovi collezionisti preferiscono frequentare le vendite all’asta, piuttosto che le gallerie, perché si sentono più coccolati e protetti. E poi c’è il fascino dell’esperienza di aggiudicarsi un lotto “soffiandolo” ad altri compratori che in alcuni casi sembra quasi accrescerne il valore: atmosfere cariche di adrenalina, in cui i compratori si cimentano in un testa a testa per aggiudicarsi al miglior prezzo possibile, tele di maestri fiamminghi, stipi austriaci del XIX secolo, tappeti orientali antichi e recenti, maioliche di manifattura italiana del ‘500, tele con scene bibliche di scuola napoletana del Seicento.
Martin Böhm, amministratore delegato Dorotheum, spiega le ragioni della scelta di aprire l’ufficio romano: “ La nostra esperienza ci ha portato a comprendere quanto sia fondamentale avvicinarsi ai nostri clienti mettendo a loro disposizione le nostre competenze scientifiche. I collezionisti italiani che vengono ad acquistare a Vienna sono tanti e noi vogliamo creare con loro un rapporto più stretto. E siamo sicuri che la nostra proposta di consulenza sarà bene accolta anche dai compratori del sud”.
Per rendere omaggio ai padroni di casa che ospitano la ditta viennese, per il taglio del nastro a Palazzo Colonna, la direttrice Maria Cristina Paoluzzi, esperta di arte romana del XVII e XVIII secolo, ha selezionato alcuni autori già presenti nelle collezioni romane del principe. “ Nella sala rossa, al pianterreno, il posto d’onore- spiega la Paoluzzi- lo abbiamo destinato a Cesare Nebbia con la tela della “Guarigione del cieco Tobia”, che ha decorato il soffitto della biblioteca della principessa Isabella. Tra le 40 opere esposte, una “Veduta di San Pietro” di Joli e due tempere su pergamena con “Farfalle” di Garzoni e capolavori di Giordano, Ricci, Locatelli, Brueghel, Maratti, Lauri”. TORNA AGLI ARTICOLI