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Recupero opere rubate dai Carabinieri di Fabiana MENDIA

Tempi difficili per il ladro di professione di sarcofagi, vasi apuli, teste e busti romani. Da quando negli ultimi anni il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri si è avvalso di nuovi adeguamenti tecnologici e potenziamento di sistemi informatici per supportare i processi di investigazione, le percentuali di furti di reperti archeologici e opere d’arte sono diminuiti del 10,47 e gli scavi clandestini del 4,16. I risultati delle operazioni di “intelligence service” sul territorio nazionale dei 300 dipendenti dell’Arma potenziati dai sistemi on line sono stati presentati, ieri, nella sede del Reparto Operativo dei Carabinieri di via Anicia. Stupore per una restituzione “sui generis”: ancora prima di essere reclamata dai suoi legittimi proprietari (Soprintendenza Archeologica Campania) “l’erma di Sileno” del I sceolo d.C., asportata nel 1966 dall’Antiquarium di Capua Vetere, è stata consegnata spontaneamente dalla casa d’asta Sotheby’s.

“La testa, valutata 8.000 dollari- spiega il Tenente Colonnello Raffaele Mancino- era catalogata nella nostra banca dati tra le sculture rubate. Impossibile, quindi, da acquistare a una vendita pubblica senza avere poi problemi giudiziari”. Per mettere l’accento sulla credibilità del sistema sviluppato negli ultimi anni dal Nucleo Operativo, nemico numero uno del mercato illegale di opere d’arte, il resoconto di tre altri recuperi eccellenti. Con il titolo “Operazione su misura” il Tenente Colonnello Mancino sottolinea la scoperta, avvenuta per caso, solo un mese fa, di materiale archeologico in casa di un camiciaio dei Parioli.“Nella vetrina del suo negozio, camuffato tra pregiata merce confezionata dal sarto, un carabiniere del Reparto TPC ha riconosciuto una grande olla dauna, del tipo subgeometrico.


Le ricerche hanno portato poi a scoprire la ricca collezione che esponeva in casa”. Tra le antichità restituite alla collettività e individuate negli ultimi mesi, la prima direttamente sul catalogo on line della casa d’asta romana “Antonina” e, la seconda, intercettata invece nel traffico dei beni artistici nella capitale, un “piatto apulo a figure rosse”, fine IV secolo, rubato dal Museo Bardini di Firenze nel 1976 e il “sarcofago infantile strigliato”, III-IV secolo. d.C, sparito 4 anni fa dal Tribunale di Tivoli.
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