Da una piccola porta a destra nell'abside nella Chiesa dei Santi XII Apostoli si entra in un vano di limitatissima profondità e, salita una scala a chiocciola, si rimane sorpresi di fronte agli affreschi di Antoniazzo Romano e scuola, riconducibili alla cultura di Piero della Francesca e Benozzo Gozzoli. Databili tra il 1464 e 1468 i dipinti erano stati commissionati per decorare la Cappella del Cardinale Bessarione, patriarca di Costantinopoli, uno dei maggiori protagonisti a metà del XV secolo, della riconciliazione tra le Chiese d'Oriente e di Occidente. Un restauro partito nel 1996 e appena concluso, che ha coinvolto per la complessità degli interventi, durante i quali sono stati portati alla luce le fondamenta della basilica primitiva risalente al VI secolo, sia la Soprintendenza Archeologica di Roma, (impegnata nelle indagini conoscitive e diagnostiche) che quella ai Beni Artistici e Storici.
La cappella, scelta dal cardinale come luogo della sua sepoltura, che a detta del Malvasia nel 1665 comprendeva due registri affrescati con scene storiche dipinte su tutte le pareti dell'abside del transetto destro, è stata in parte nascosta da un altare progettato da Carlo Rainaldi a metà del '600. A minare ulteriormente l'integrità del ciclo, il secolo dopo: la ricostruzione della chiesa a opera degli architetti Francesco e Carlo Fontana. "Il colpo di grazia- ha spiegato il soprintendente Claudio Strinati, alla presentazione della riapertura- lo ha inferto Ludovico Rusconi Sassi che vi costruì davanti, nel 1722, la cappella Odescalchi. La scoperta dei dipinti avvenne per caso, nel 1959, a opera di Busiri Vici durante lavori di manutenzione del confinante Palazzo Colonna".
Al buio per tre secoli, dimenticati, separati dal mondo con un muro, gli affreschi con le "Storie di San Michele" sulle pareti e "Angeli" nella calotta, hanno subito notevoli danni, provocati da infiltrazioni di acqua provenienti da impianti idraulici difettosi di alcuni ambienti confinanti, che hanno determinato scialbature. Un delicato e attento intervento compiuto dai restauratori della Soprintendenza al Polo Museale, sotto la direzione di Angela Negro, oggi permette di rivedere uno dei cicli pittorici più importanti del Quattrocento Romano. Il F.E.C, Fondo edifici di Culto del Ministero degli Interni, che si occupa della tutela e della salvaguardia della chiesa, ha finanziato (con la Deutsche Bank) le quattro vetrine con i reperti provenienti dagli scavi dei tre livelli della basilica, il nuovo impianto di illuminazione e la copia della tavola di Antoniazzo Romano della "Madonna con Bambino" su fondo oro, che nel '400 era esposta nell'edicola sull'abside e oggi, invece, è stata spostata sul primo altare della navata di destra.TORNA AGLI ARTICOLI