artICOLo pubblicati da fabiana mendia su



"Ritratti Barocchi", 40 volti in esposizione a Villa d'Este di Fabiana MENDIA

Falsi, ambigui, spocchiosi…poco simpatici, come persone. Altezzosi quanto basta, in pose teatrali e primi piani ravvicinati che incutono una certa soggezione, ma se lo scopo era comunicare l’orgoglio e il potere delle alte cariche ecclesiastiche raggiunte, la galleria dei volti di cardinali, di papi e di monsignori in mostra a Villa d’Este a Tivoli, rappresenta un coinvolgente manifesto della strategia politica tridentina e post-tridentina, affidata all’abilità dei maggiori pittori dell’epoca. “Ritratto Barocco”, a cura di Francesco Petrucci, direttore di Palazzo Chigi ad Ariccia, da molti anni sulle tracce dei maggiori protagonisti delle casate romane del ‘600 e ‘700, ha selezionato una quarantina di volti, alcuni già noti nelle precedenti esposizioni dedicate al genere nella capitale (“Papi in Posa”, “I volti del Potere”, “La porpora romana”, organizzate dal Centro Europeo del turismo), riuscendo però con maestrìa a esporre in questa occasione autentici capolavori.


Intanto i sorrisi di gentildonne e di bambini, interrompono gli sguardi severi e inquietanti degli aristocratici e potenti prelati di casa Sacchetti, Barberini, Corsini, Borromeo, Pamphili, Giustiniani e rassicurano i visitatori con la loro presenza elegante e raffinata in cinque opere. Giovan Francesco Guerrieri, sensibile al naturalismo caravaggesco, attivo nella capitale a Palazzo Borghese, dipinge un’austera “Signora con bambina” (forse nonna e nipote) della famiglia bolognese Malvezzi. Di Ferdinand Voet, celebre ritrattista attivo nelle maggiori corti italiane ed europee, attrae un dipinto della “Contessa Ortensia Ianni Stella”, con un profondo decolleté nascosto da un mazzo di garofanini bianchi, rossi, screziati e un gelsomino, mentre la bionda Anna Maria Salviati Borghese di Ludovico Stern si impone avvolta in un ampio mantello blu, assorta nei suoi pensieri con rose in mano.


Conclude la serie la figura quasi intera di “Maria Farnese” con cagnolino di Nicola Règnier e tra grazia e delicata innocenza stupisce l’”Allegoria dei Sensi con bambini di Casa Muti Bussi”(1748) firmata da Sebastiano Ceccarini Grande ammirazione tra la ritrattistica di intonazione prettamente politica le tele di Guercino, Sustermans, van Dyck, Baciccio, Cantarini, Morandi, Masucci, Batoni , Duprà, Mengs, Bonito.





TORNA AGLI ARTICOLI