artICOLo pubblicati da fabiana mendia su



Caravaggio e Bacon di Fabiana MENDIA

Davanti al soggetto il pubblico è sovrano nell'interpretazione, nella decodificazione e deve essere pronto ad abbandonarsi, attraversando le sale della Galleria Borghese, ammirando i marmi di Bernini, la Paolina di Canova, le opere di Raffaello, Dosso Dossi, Correggio,Tiziano, all'incontro con i dipinti di Caravaggio e di Francis Bacon. Un'esperienza nuova per i visitatori di questo incredibile "tempio della memoria", scrigno dei tesori del cardinale Scipione, richiamati durante il percorso espositivo a seguire le tracce del maestro lombardo e del pittore inglese (nasce a Dublino, ma ha sempre vissuto a Londra), scandite da un rapporto non di confronti compositivi o formali, legati a una tradizionale lettura storico-artistica, ma osservate e vissute come "un'esperienza sentimentale" . " Si chiede allo spettatore la disponibilità ad aprirsi al gioco dell'esperienza estetica- ha sottolineato ieri all'inaugurazione dell'esposizione, Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese e curatrice con Michael Peppiat. "Le associazioni, i confronti, i rimandi tra i soggetti delle tele di Caravaggio e i ritratti, gli "Studies" di Bacon sono liberi. Non abbiamo voluto forzare questo accostamento, ma sicuramente tra gli artisti del XX secolo Bacon è il primo che può essere equiparato all'autore della rivoluzionaria "Vocazione di San Matteo".
Diciassette tele di Francis Bacon e tredici dipinti di Michelangelo Merisi (oltre i sei della raccolta museale sono visibili inoltre la "Negazione di Pietro", "Maddalena", "Madonna dei Pellegrini", "Martirio di Sant'Orsola") stimoleranno le funzioni psicologiche del pubblico, in visita in una Galleria Borghese trasformata in luogo concettuale.
Un corto circuito di emozioni, calibrato, che circola nelle sale-scrigno, guidato dal dinamismo delle torsioni ed espansioni nello spazio delle sculture di Bernini, portano a riscoprire le tele di Caravaggio, in una nuova collocazione accanto alle tele di Bacon. I trittici, "August" (1972) e "Orestea di Eschilo" (1981), aprono la mostra (organizzazione "MondoMostre", catalogo Motta) collocati ai lati delle "Caduta di Saulo" da Santa Maria del Popolo e della "Resurrezione di Lazzaro" da Messina. Lo sfocato e l'indeterminato, l'azione di fondo che attrae la forma, lo spessore in cui giocano le ombre, gli effetti di avvicinamento e allontanamento. La condizione di luce e buio, i contrasti drammatici, la capacità di rendere vero qualunque fatto nella massima finzione. Entrambi evidenziano una realtà dell'anima, in cui il vero è da ricercare nelle situazioni interiori.
TORNA AGLI ARTICOLI