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La decapitazione di Sant'Agapito" in mostra a Palestrina di Fabiana MENDIA

Domani Caravaggio va di scena a Palestrina. Un capolavoro dell’artista lombardo, intorno al quale gli studiosi da trent’anni si interrogano sull’identificazione del soggetto, se raffiguri la Decapitazione di Sant’Agapito, patrono della città laziale o di San Gennaro patrono di Napoli, verrà esposto nel Museo Diocesano di Arte Sacra, nella sala dei dipinti, in attesa di essere collocato, tra sei mesi, nella chiesa di Sant’Antonio Abate.“Non siamo sicuri se l’opera- ha spiegato ieri, durante la presentazione del dipinto, alla sala Marconi della Radio Vaticana, Claudia Tempesta, storica dell’arte della Soprintendenza storico artistica del Lazio, incaricata del patrimonio artistico di Palestrina- sia stata realizzata nel feudo dei Colonna, oppure come più probabile, provenga dalla città partenopea, in particolare da una chiesa dell’ordine dei carmelitani. Finalmente, siamo riusciti, a riportare l’opera nella sua collocazione originaria e a renderla di nuovo visibile al pubblico”. Per il vescovo di Palestrina Domenico Sigalini, non c’è dubbio che la tela rappresenti Sant’Agapito: “Il dipinto è bello, è da contemplare. Il martire con quel taglio lacerante che stacca la testa dal tronco è specchio della vita tormentata, violenta e disperata di Michelangelo Merisi. Una storia di valorizzazione del patrimonio artistico che si conclude con un gran successo”.
L’enigma Caravaggio continua. Il dipinto, scoperto da Maurizio Marini nel 1967 nella chiesa di Sant’Antonio Abate nella città prenestina (conservato finora a Palazzo Barberini) sarà al centro di una giornata di studi domani pomeriggio, a cui parteciperanno Maurizio Calvesi, Claudio Strinati, Rossella Vodret, Claudia Tempesta, Peppino Tomassi, Domenico Sigalini e Rodolfo Lena.



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